Mantenimento dei figli: una soluzione consensuale in 3 mesi grazie alla negoziazione assistita familiare

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Mantenimento dei figli: una soluzione consensuale in 3 mesi grazie alla negoziazione assistita familiare

da | Gen 31, 2025 | Diritto civile

Il mantenimento dei figli rappresenta un aspetto centrale nella regolamentazione delle relazioni familiari, in particolare quando i genitori cessano la convivenza o pongono fine a un legame affettivo. La necessità di garantire il benessere del minore e di assicurargli un adeguato sostegno economico ed educativo rende essenziale una disciplina chiara e conforme ai principi di diritto. L’ordinamento giuridico italiano, nel rispetto del principio della bigenitorialità e dell’interesse superiore del minore, prevede specifiche disposizioni in materia, finalizzate a regolamentare sia l’aspetto economico del mantenimento sia le modalità di affidamento e frequentazione tra genitori e figli.

Tradizionalmente, la determinazione delle condizioni relative all’affidamento e al mantenimento dei figli era demandata all’Autorità giudiziaria, la quale, su istanza delle parti, stabiliva le modalità di contribuzione economica e di esercizio della responsabilità genitoriale. Tuttavia, l’eccessivo carico della giurisdizione e l’esigenza di soluzioni più rapide ed efficienti hanno portato all’introduzione di strumenti alternativi alla via giudiziale. In questo contesto si inserisce la negoziazione assistita familiare, un istituto che consente ai genitori di raggiungere un accordo consensuale con l’assistenza obbligatoria dei rispettivi avvocati, evitando così il ricorso al giudice.

Attraverso la negoziazione assistita, le parti possono definire autonomamente ogni aspetto concernente l’affidamento, la residenza e il mantenimento dei figli, assicurando soluzioni personalizzate, flessibili e rispettose delle esigenze del minore. L’accordo così raggiunto, per acquisire efficacia, deve essere sottoposto al controllo della Procura della Repubblica, che ne verifica la conformità all’interesse superiore del minore e alle norme di ordine pubblico. In caso di esito positivo, il Procuratore rilascia il nulla osta o l’autorizzazione, conferendo all’accordo la medesima efficacia di un provvedimento giudiziale.

L’adozione della negoziazione assistita familiare in materia di mantenimento dei figli rappresenta, dunque, un’alternativa concreta e vantaggiosa per i genitori che intendono gestire consensualmente le questioni relative ai propri figli, evitando lunghe e dispendiose controversie giudiziarie.

Mantenimento dei figli e responsabilità genitoriale: il quadro normativo

Il mantenimento dei figli è un obbligo inderogabile che discende direttamente dall’articolo 30 della Costituzione italiana, secondo cui è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio.

Il codice civile, all’articolo 315-bis, ribadisce tale principio sancendo il diritto del minore di essere cresciuto in un ambiente adeguato alle sue necessità affettive, morali e materiali. L’articolo 337-ter del codice civile specifica inoltre che il giudice, nel regolare l’affidamento dei figli, deve attenersi al principio della bigenitorialità, garantendo ad entrambi i genitori il diritto e il dovere di partecipare alla vita del minore in modo equilibrato.

In caso di separazione o di cessazione della convivenza tra genitori non coniugati, il mantenimento del figlio deve essere garantito da entrambi i genitori in misura proporzionale alle rispettive capacità economiche. Invero, ai sensi dell’art. 337-ter c.c., salvo accordi diversi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito.

Il giudice stabilisce, solo ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di proporzionalità, da determinare considerando: le attuali esigenze del figlio; il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori; i tempi di permanenza presso ciascun genitore; le risorse economiche di entrambi i genitori; la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.

L’introduzione della negoziazione assistita familiare, a seguito delle varie modifiche al Decreto-Legge 12 settembre 2014, n. 132, ha innovato la disciplina dell’affidamento e del mantenimento dei figli, consentendo ai genitori di regolare questi aspetti attraverso un accordo consensuale, senza la necessità di un procedimento giudiziale.

Ai sensi dell’articolo 6, comma 1-bis del decreto, introdotto dalla Legge 206/2021, la convenzione di negoziazione assistita può essere utilizzata per disciplinare le modalità di affidamento e mantenimento dei figli minori nati fuori dal matrimonio, garantendo loro la necessaria tutela giuridica ed economica.

Il ricorso alla negoziazione assistita consente di evitare le lungaggini del contenzioso, mantenendo al contempo una rigorosa tutela dell’interesse superiore del minore, il quale costituisce il parametro fondamentale per la validità dell’accordo.

In tale prospettiva, il legislatore ha previsto un meccanismo di controllo affidato alla Procura della Repubblica, che è chiamata a verificare la conformità delle condizioni pattuite dai genitori alle esigenze del minore, rilasciando il nulla osta o, in caso di modifiche alle condizioni di mantenimento, un’autorizzazione espressa.

L’evoluzione normativa ha dunque favorito strumenti più rapidi ed efficienti per regolamentare il mantenimento dei figli, permettendo ai genitori di adottare una soluzione condivisa, sempre sotto la vigilanza dell’Autorità giudiziaria, per garantire stabilità e certezza nei rapporti genitoriali.

Mantenimento dei figli e negoziazione assistita: un’alternativa alla via giudiziale

La negoziazione assistita familiare rappresenta un’alternativa efficace e veloce al procedimento giudiziale per la regolamentazione del mantenimento dei figli e dell’affidamento dei minori. La possibilità di regolare autonomamente le condizioni relative ai figli, con il supporto di legali esperti, permette di adottare soluzioni flessibili e personalizzate, modellate sulle esigenze specifiche della famiglia e del minore.

Il principale vantaggio della negoziazione assistita rispetto al procedimento contenzioso è la rapidità. Mentre un giudizio in Tribunale può protrarsi per mesi, se non anni, l’accordo raggiunto mediante negoziazione assistita può essere definito in tempi molto più brevi e con costi significativamente inferiori. Inoltre, la natura consensuale di tale strumento riduce il livello di conflittualità tra i genitori, favorendo la cooperazione reciproca e il rispetto delle esigenze del minore.

Oltre alla maggiore celerità e alla riduzione dei costi, la negoziazione assistita garantisce un alto grado di riservatezza rispetto al procedimento giudiziario, che si svolge invece in un’aula di Tribunale. La possibilità di trovare una soluzione condivisa, lontano dalle rigidità del contenzioso, consente di preservare il rapporto genitoriale e di assicurare una maggiore stabilità al minore, che viene così tutelato da eventuali conflitti e tensioni familiari.

La regolamentazione del mantenimento dei figli attraverso la negoziazione assistita non solo rappresenta un’opzione vantaggiosa sotto il profilo giuridico ed economico, ma costituisce anche un modello virtuoso di gestione delle relazioni familiari, incentrato sul dialogo e sulla responsabilità genitoriale.

Mantenimento dei figli: il funzionamento della procedura di negoziazione assistita

La negoziazione assistita familiare si articola in una sequenza di fasi ben definite, finalizzate a garantire che le parti raggiungano un accordo consapevole e rispettoso dell’interesse superiore del minore. Il procedimento prende avvio con l’invito alla negoziazione assistita, un atto formale con cui l’avvocato di un genitore scrive alla controparte, ovvero all’altro genitore, sollecitandolo a nominare un proprio legale e ad aderire alla procedura. Questo passaggio è essenziale per instaurare il confronto in un contesto professionale e regolato dalla legge, evitando che le trattative si svolgano in modo informale e privo di valore giuridico.

Ricevuto l’invito, l’altro genitore può aderire alla negoziazione assistita per il tramite di un avvocato di fiducia. L’adesione deve avvenire per iscritto e comporta l’accettazione della procedura quale strumento per risolvere la controversia in modo consensuale. La legge impone che ciascun genitore sia assistito da un avvocato distinto, al fine di garantire l’imparzialità della negoziazione e il rispetto del principio di parità delle parti. Gli avvocati hanno il compito di tutelare gli interessi dei loro assistiti, ma anche di vigilare affinché ogni accordo sia conforme alle disposizioni di legge e non pregiudichi i diritti del minore.

Una volta stabilito il reciproco impegno a negoziare, le parti sottoscrivono un primo atto, denominato convenzione di negoziazione assistita. Con tale atto, i genitori si impegnano formalmente a collaborare in buona fede e con lealtà per raggiungere un accordo sulle modalità di affidamento e sul mantenimento dei figli. La convenzione deve essere redatta per iscritto e sottoscritta sia dai genitori sia dai rispettivi avvocati.

Inoltre, deve contenere un termine finale entro il quale le parti si impegnano a concludere la negoziazione, termine che di regola non è inferiore a un mese né superiore a tre mesi. Durante questo periodo, le parti si confrontano con l’assistenza dei propri legali per individuare la soluzione più adeguata alle esigenze del minore e alle rispettive condizioni economiche.

Al termine della negoziazione, se le parti raggiungono un’intesa, sottoscrivono l’accordo di negoziazione assistita, che contiene tutte le condizioni concordate in merito all’affidamento e al mantenimento dei figli. L’accordo deve essere redatto in forma scritta e firmato sia dai genitori sia dai loro avvocati, i quali certificano l’autenticità delle firme e la conformità del contenuto alle norme imperative e ai principi di ordine pubblico

Mantenimento dei figli: il controllo della Procura della Repubblica

Affinché l’accordo di negoziazione assistita familiare produca effetti giuridici e garantisca la piena tutela del minore, il legislatore ha previsto un meccanismo di controllo che coinvolge la Procura della Repubblica. In conformità a quanto stabilito dall’articolo 6 del D.L. 132/2014, l’accordo sottoscritto dai genitori e dai rispettivi avvocati deve essere trasmesso alla Procura presso il Tribunale competente, affinché il Procuratore della Repubblica possa verificarne la conformità alle norme di legge e all’interesse superiore del minore.

Il controllo della Procura può avere due esiti differenti. Se il Procuratore accerta che l’accordo rispetta pienamente i diritti del minore e che le condizioni pattuite per il mantenimento dei figli sono congrue e adeguate alle capacità economiche dei genitori, rilascia il nulla osta. In questo caso, l’accordo diventa immediatamente efficace tra le parti.

Se, invece, il Procuratore ritiene che le condizioni pattuite nell’accordo non siano idonee a tutelare il benessere del minore o se emergono profili di squilibrio economico tra i genitori tali da compromettere il diritto del figlio a un adeguato mantenimento, ha l’obbligo di trasmettere l’accordo al Presidente del Tribunale. In questo caso, il Tribunale fissa un’udienza in cui convoca le parti per esaminare il contenuto dell’accordo e verificare se sia necessario apportare modifiche.

Un ulteriore profilo di controllo riguarda il rispetto dei termini procedurali. L’accordo di negoziazione assistita deve essere trasmesso alla Procura entro dieci giorni dalla sottoscrizione.

Mantenimento dei figli: contenuti essenziali dell’accordo di negoziazione assistita

L’accordo di negoziazione assistita familiare in materia di mantenimento dei figli deve contenere una regolamentazione chiara e dettagliata delle condizioni relative all’affidamento, alla contribuzione economica e alle spese. La corretta formulazione di tali disposizioni è essenziale per evitare future controversie tra i genitori e garantire la tutela dell’interesse del minore.

Uno degli elementi fondamentali dell’accordo è la determinazione dell’assegno di mantenimento. Il contributo economico a carico del genitore non convivente deve essere commisurato alle risorse economiche di entrambi i genitori e alle necessità del minore, tenendo conto del tenore di vita goduto prima della cessazione della convivenza.

La somma stabilita deve essere predisposta in misura adeguata a coprire le spese ordinarie della vita quotidiana del minore, come vitto, alloggio, abbigliamento, istruzione e spese sanitarie di base. L’accordo deve inoltre prevedere la rivalutazione automatica annuale dell’importo secondo gli indici ISTAT, in modo da preservarne il valore nel tempo.

Oltre all’assegno di mantenimento dei figli, l’accordo deve disciplinare la ripartizione delle spese straordinarie, ovvero quei costi che esulano dalle normali esigenze quotidiane e che possono derivare, ad esempio, da cure mediche specialistiche, interventi chirurgici, spese scolastiche non ordinarie (come viaggi di istruzione con pernottamento), attività sportive e ricreative.

In genere, tali spese vengono suddivise tra i genitori in misura proporzionale alle rispettive capacità economiche o in parti uguali. La determinazione delle spese straordinarie deve avvenire in modo dettagliato, indicando quali spese necessitano di un accordo preventivo tra i genitori e quali, invece, devono essere corrisposte in misura automatica.

L’accordo di negoziazione assistita deve inoltre prevedere una regolamentazione precisa delle modalità di esercizio della responsabilità genitoriale. La soluzione generalmente adottata è quella dell’affidamento condiviso, che consente a entrambi i genitori di partecipare alle decisioni più rilevanti per la vita del figlio, pur prevedendo – spesso – la collocazione del minore presso uno dei due genitori, che assume il ruolo di genitore collocatario principale.

Tale genitore, oltre a garantire la continuità della vita quotidiana del minore, ha la responsabilità di agevolare il mantenimento di un rapporto equilibrato con l’altro genitore, nel rispetto del diritto del figlio alla bigenitorialità.

Per evitare interpretazioni ambigue e possibili contestazioni, l’accordo deve indicare tempi e modalità di permanenza del minore con ciascun genitore, stabilendo, ad esempio, la suddivisione dei fine settimana o la gestione dei giorni feriali.

Di norma l’accordo stabilisce una suddivisione equilibrata delle principali festività, come Natale, Pasqua e Capodanno, alternando i giorni tra i genitori di anno in anno. Per quanto riguarda le vacanze estive, l’accordo può prevedere un periodo minimo e massimo di permanenza del minore con ciascun genitore, stabilendo termini di preavviso per la scelta delle date e regolamentando eventuali soggiorni fuori dalla residenza abituale del minore.

Un’ulteriore clausola di rilievo riguarda il consenso per viaggi all’estero. Per evitare disaccordi futuri, l’accordo deve chiarire se il genitore che intende portare il minore all’estero per un periodo determinato debba ottenere il consenso dell’altro genitore. Nella maggior parte dei casi, si prevede l’obbligo di informare preventivamente l’altro genitore della destinazione e della durata del soggiorno, con la necessità di ottenere un consenso scritto nel caso di viaggi prolungati o al di fuori dell’Unione Europea.

Conclusioni: l’assistenza legale nella negoziazione assistita familiare

La negoziazione assistita familiare rappresenta una soluzione efficace e innovativa per la regolamentazione del mantenimento dei figli e delle modalità di affidamento, consentendo ai genitori di adottare un approccio collaborativo e di evitare il ricorso alla giurisdizione ordinaria.

Questo strumento consente di gestire le conseguenze della cessazione della convivenza con maggiore flessibilità e rapidità, e con un notevole risparmio di costi.

Rivolgersi a un avvocato è essenziale per intraprendere la procedura in modo corretto e per redigere un accordo conforme alle disposizioni normative.

Lo Studio Legale D’Agostino è a disposizione per fornire consulenza e assistenza legale a chi intenda regolare in modo consensuale il mantenimento dei figli e le modalità di affidamento, garantendo un supporto professionale qualificato in tutte le fasi della negoziazione assistita.

 

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Negoziazione assistita familiare e mediazione – Studio Legale Avvocato Luca D’Agostino